sabato 14 gennaio 2012

Berserk - Movie (2012)

Berserk – Berserk Ōgon Jidai-Hen I: Haō no Tamago: L'uovo del Re Conquistatore

Introduzione

Il 4 febbraio 2012 uscirà nelle sale cinematografiche nipponiche il primo capitolo della trilogia Berserk – The Golden Age, realizzato dal prestigioso, eclettico e innovativo studio di animazione giapponese Studio 4°C (Spriggan, Memories, Genius Party, Animatrix, Tekkonkinkreet), e distribuito da Warner Bros.
Il film animato è ovviamente tratto dal manga “Berserk”, di Kentarou Miura, un’opera il cui valore artistico e narrativo è stato riconosciuto in tutto il mondo, tanto da registrare una vendita di oltre 30 milioni di volumi (tankobon). Il manga è tuttora in corso di pubblicazione sulle riviste giapponesi, anche se a ritmi piuttosto lenti: non si sa ancora se questa lunga storia, che si protrae dal 1989, e i cui episodi vengono pubblicati saltuariamente, si stia avvicinando alla conclusione.
Il successo di questo manga è legato ad un’alchimia di fattori: l’atmosfera è quella del dark fantasy, il lettore viene cioè calato in una realtà pseudo medievale, dove le battaglie infuriano e il sangue scorre copioso. Si è di fronte a uno scenario cupo dove il protagonista della storia, Gatsu, è tormentato a causa di una vita contrassegnata  dal dolore e dalla sofferenza. La violenza della quotidianità in cui egli (soprav)vive è estrema, le avventure che coinvolgono i personaggi sono laceranti, poichè spesso si risolvono nel sangue, e non mancano allo contempo contaminazioni di elementi fiabeschi, fantastici (il fantasy.. appunto) o religiosi.
È difficile raccontare in poche parole la trama, piuttosto articolata e tutt’altro che banale: essa è la chiave del successo di questa storia, che si basa su un genere molto “battuto”, ma riesce comunque a lasciare il segno, perché l'opera presenta notevoli punte di originalità rispetto ai cliché del genere, risultando molto profonda (dove la parola profondo comprende ovviamente anche il sinonimo oscuro). Si descrivono avvenimenti che si tingono progressivamente di un fattore sovrannaturale, metafisico; dove l’uomo macchiato dal peccato (quest’ultimo presente nelle sue molteplici forme) si trova a dover fare i conti con un destino che trascende la ragione e il caso.
Non va dimenticato l’aspetto grafico: Kentaro Miura ha un tratto inimitabile, è davvero un grande artista capace di rappresentare con il disegno tutto ciò che vuole, e nei minimi dettagli. Battaglie, scontri, armature, cavalli, scene truculente o delicate, vita e morte. Alcune sue tavole sembrano vere e proprie stampe, castelli, e borghi medioevali sono raffigurati con grande minuzia di particolari. E non bisogna dimenticare la sua capacità “registica”, di alternare inquadrature di vario tipo come si trattasse di un vero e proprio film (questa è una delle grandi peculiarità dei maestri del fumetto giapponese), e di esplorare graficamente i complessi moti dell'animo.

La trama del film

Non voglio dire molto su quella che sarà la storia narrata nel film, se non l’indispensabile per introdurre questo nuovo colosso animato, che descrive la giovinezza di Gatsu. Egli è un giovane mercenario abituato alla solitudine e alla violenza, diffidente verso il prossimo, cresciuto in un ambiente duro, dove la spada si esprime più precocemente della parola nella maggior parte dei confronti. Il comportamento di Gatsu è ovviamente giustificato da un’infanzia difficile, ben descritta dal manga, e che forse (sottolineo forse) per diversi motivi non verrà interamente mostrata nella nuova versione cinematografica.
Di certo il film animato mostrerà la prima parte dell’Età dell’Oro, o meglio dell’ascesa. Durante il suo solitario errare da un campo di battaglia all’altro Gatsu si imbatte nel famoso gruppo di mercenari chiamato “Squadra dei Falchi”, capitanati da Grifis. Quest’ultimo è un giovane di origini plebee che ha l’ambizione di creare un suo regno. Egli ha una personalità magnetica, capacità di leadership, un’intelligenza superiore e un’abilità strategica e bellica fuori dal comune.  Il suo fascino attrae i giovani di ogni estrazione sociale, che seguono Grifis senza indugio. L’incontro tra Grifis e Gatsu è piuttosto turbolento, e alla fine Gatsu, dopo aver perso il duello con Grifis, viene reclutato nella squadra. Questa costrizione è solo parziale, in quanto Gatsu è già conquistato dal forte carattere di Grifis. Il nuovo arrivato si guadagna il rispetto e l’amicizia di alcuni componenti del gruppo, come Judo, Pipin, Rickert, e allo stesso si trova in conflitto con altri, come lo scettico Kolcas e  “l’amazzone” Caska. A seguito della convivenza con gli altri ragazzi di questa banda, permeata da un entusiasmo “illuminato” così atipico per le tradizionali truppe di mercenari, Gatsu scopre il valore dell’amicizia e trova quel calore umano che mai aveva provato prima, e che sempre ricorderà anche nelle future esperienze: “i falò di quei giorni stanno ancora scaldando il mio cuore”.
Con il passare del tempo la squadra dei falchi combatte e consegue numerose vittorie, Grifis viene nominato Cavaliere dal Re delle Midlands, e le condizioni di vita di questi ragazzi sbandati migliorano notevolmente. Gatsu è un guerriero formidabile e assume un ruolo chiave nella Squadra dei Falchi, diventandone capitano delle truppe d’assalto. Grifis è un asso della guerra, è incredibile come sappia interpretare e leggere meglio di altri l’evoluzione di una battaglia. Egli è molto ambizioso, e durante un dialogo con Gatsu, mostra a quest’ultimo un particolare ciondolo, detto Bejelit, una specie di uovo scarlatto che secondo le credenze è in grado di guidare verso il successo il suo possessore. L’uovo del conquistatore, appunto. In un clima di luminosa ascesa, non va dimenticato che ogni passo di questa scalata (sociale) è contrassegnato dalla vittoria di sanguinose e inquietanti battaglie, che mostrano progressivamente qualcosa di oscuro e indecifrabile, le prime crepe di una realtà terrena sul punto di sgretolarsi, così come l’animo di Grifis e Gatsu, due personaggi il cui legame diventerà via via più contorto.  
Il film si preannuncia essere epico: questa fase della storia è infatti caratterizzata da classiche battaglie medievali, duelli e tanta azione. E allo stesso tempo iniziano a costruirsi i “legami” tra i vari personaggi.

Gatsu
Caska

Grifis





Il Berserk Project.

Questo primo capitolo della saga cinematografica difficilmente deluderà. Al film  lavorano infatti grandissimi artisti, capaci di abbinare tradizionali tecniche e scelte registiche degli anime, ai supporti digitali moderni. L’alta definizione verrà sfruttata ai massimi livelli, illustrando scene di guerra concitate e dinamiche, grazie all’ausilio combinato della modellazione al computer  tridimensionale e la rappresentazione bidimensionale classica. Imponenti scene di massa dove ogni singolo soldato, fante cavaliere, si muove in maniera realistica e indipendente, brandendo armi di diverso tipo e vestendo armature differenti da quelle degli altri soldati che partecipano all’azione. Tutto questo è stato possibile grazie al motion capture e ai sistemi di cell shading (le battaglie e i movimenti dei soldati sono coordinati e ispirati dal maestro di arti di combattimento medievale Jay Noyes). Gli sfondi sono nitidi e curati nei minimi dettagli. Ogni nuvola, collina, fiore, filo d’erba, vessillo in lontananza, è rappresentato con dovizia di particolari.
È inevitabile il confronto di questi nuovi film con la vecchia serie animata del 1997 di Berserk Berserk: Kenpū Denki diretta da Naohito Takahashi, composta da 25 episodi, e che narra le stesse vicende che la nuova trilogia di film si propone di raccontare, ovvero l’Età dell’Oro. La nuova opera riprende diversi cut della vecchia serie (ovviamente solo “concettualmente”), come base e spunto per la nuova realizzazione (a tal proposito si confronti la scena del duello tra Gatsu e Grifis sulla collina).









Si descrivono ora alcuni “ruoli” dello staff, il contributo che ciascuna personalità darà per costruire “un prodotto finale” coerente e fedele al manga (questo è uno dei “goal” principali: dare lustro a un capolavoro con un capolavoro). Per realizzare questo intento, lo sforzo è (e sarà) enorme.

Character design

Vengono definiti i parametri e la fisionomia dei personaggi, i lineamenti, le proporzioni, nonché l’abbigliamento. Sono le linee guida che gli animatori devono seguire per raffigurare i protagonisti in tutte le scene. Questo ruolo è stato affidato a Naoyuki Onda, un veterano nell’ambito dell’animazione. Egli sa ricoprire ruoli differenti, come direttore dell’animazione, o animatore chiave;  tra i suoi lavori di character design spiccano Batman Gotham Knight – Working Through Pain; Gantz; Ergo Proxy; Ai no Kusabi; Animatrix – Detective Story; Daimaju Gekito Hagane no Oni. La maggior parte di queste storie si svolge in un’atmosfera cupa e seria, il disegnatore è dunque “naturalmente adatto” ad esprimersi negli scenari “dark” raccontati da Berserk.
I personaggi di Onda possiedono sempre una fisionomia adulta e sono delineati attraverso proporzioni quasi - realistiche. In particolare l’artista definisce con pochi e precisi tratti, in maniera sobria ed essenziale (qualità indispensabile per l’animazione), bocche carnose, occhi penetranti, proporzionati e realistici, ciglia pungenti; nasi prominenti con netti stacchi di chiaro scuro; capelli lunghi o corti (soprattutto il “caschetto” o le pettinature attuali dei ragazzi/e asiatici: da Kei Kurono e Kei Kishimoto di Gantz, a Bruce Wayne di Batman Gotham Knight e Caska di Berserk). Il suo tratto, figlio dei canoni di animazione degli anni ’90, recupera visi spigolosi, zigomi alti, occhi lunghi e sottili, adattandosi all’occorrenza anche a fisionomie più morbide (come i visi arrotondati in stile Miyazaki) o moderne (come appunto i ciuffi di capelli “aghiformi” degli anni 2000). Pur distaccandosi dallo stile di Miura, Onda svolge un lavoro ottimo e recupera le caratteristiche originarie dei personaggi, elaborandole in maniera personale, ma senza stravolgerle, anzi forse rendendo più omogenee e meno dissonanti le diversificate fisionomie dei membri della squadra dei falchi. I disegni devono essere sempre “omogenei” tra una scena e l’altra, in modo da non creare stacchi e dare uniformità al film nella sua complessità, le figure devono essere sempre pronte al movimento: si opta dunque per un tratto alleggerito e figure “labili”, piuttosto che disegni fin troppo dettagliati nei lineamenti e nella colorazione, ma ahimè proprio per questo impossibili da animare, cioè fin troppo “vincolate”. Il tratto di Onda è proprio adatto a questo tipo di scelta. Il chiaro scuro è dunque espresso da due tonalità (e non tre), e la minuzia di particolari dell’abbigliamento e il realismo dei colori è salvaguardato grazie all’utilizzo di tecniche computerizzate: tutto questo è necessario per favorire un’animazione più fluida. Questa scelta orientata alla “semplicità” non comporta quindi una perdita di qualità, ma anzi una coerenza raffigurativa che, se vogliamo, ricalca la tendenza disneyana (una o al massimo due tonalità cromatiche per ciascun colore che compone figure in movimento).

I personaggi di Onda
Caska disegnata da Onda







Regia

Toshiyuki Kubooka è il regista del film. La sua figura professionale è cresciuta a fianco di altre personalità come il genio Hideaki Anno, e come lui egli ha assaporato il background culturale dell’ampia diffusione degli anime degli anni ‘70. Da questa passione giovanile così acuta e così “esplorata” si aprono gli orizzonti per nuove tipologie di produzione, di cui la Gainax si fa portavoce. Proprio in questa sede Kubooka si dedica a al lavoro di regista/animatore degli episodi di “Punta al Top! Gunbuster” e  “Fushigi no Umi no Nadia” (meglio noto in Italia come “Il Mistero della Pietra Azzurra”). Successivamente assume il ruolo di character design di Giant Robo e Yamato 2520, dove rielabora lo stile di Leiji Matsumoto. Negli anni 2000 si registra la sua collaborazione allo storyboard di alcuni episodi della serie (per alcuni aspetti tecnici innovativa) “Gankutsuou - Il Conte di Montecristo”, dove viene esaltata la colorazione “digitale” (le tecniche adottate verranno sicuramente riproposte in Berserk). Tra i lavori recenti sono da sottolineare la collaborazione alle  produzioni realizzate presso lo Studio 4°C (lo stesso che si occupa dei film di Berserk), come l’episodio di Genius Party – Shangai Dragon; e Genius Party Beyond – Gala; e la direzione dell’episodio di Batman Gotham Night – Working Through Pain, dove Kubooka, nei panni di regista, lavora con il già citato Naoyuki Onda. Quest’ultimo lavoro è mio parere emblematico per comprendere i canoni rappresentativi e narrativi che verranno espressi nei film di Berserk. Essendo le vicende narrate durante l’Età dell’Oro numerose e piuttosto articolate, si ha la necessità di descriverle in pochi minuti di filmato, in maniera chiara, originale e avvincente. Dunque si evince che il ritmo narrativo dei film di Berserk sarà veloce, senza momenti morti, senza lungaggini di nessun tipo. Un ritmo narrativo rapido, a differenza della precedente serie animata degli anni ’90, dove le inquadrature e i cut avevano un tempismo meno curato (come d’altronde la maggior parte delle vecchie serie animate). Oggi, la tendenza ad una regia più “da film”, si fa sentire anche nell’ambito dell’animazione, quindi ci aspetta maggior realismo (anche nella colorazione), tempismo e velocità narrativa (aspetto che contrasta con la “lentezza” registica tipica delle rappresentazioni cinematografico giapponese). Ad ultimo, si ricorda che la lunga esperienza di Kubooka nel mondo dell’animazione si esprime anche nella serie di videogiochi Lunar e Idolmaster, da cui traspare in maniera eclatante il moderno legame tra tecnologia, animazione e ambito video ludico.   







Musica

Il comparto musicale della nuova versione cinematografica di Berserk promette di essere il fiore all'occhiello dell'opera; le personalità coinvolte sono altissimo livello.

Sumusu Hirasawa

È un artista formidabile, perché innovativo e unico. Non è un compositore per colonne sonore, ma un vero e proprio solista, un esploratore dell’arte musicale. Le sue collaborazioni con il mondo dell’animazione si contano sulla punta delle dita, e sono tutte partecipazioni ad opere che per un motivo o per l’altro, sono di grande valore. Il suo repertorio è vastissimo e convoglia diversi generi. Passando dalla techno, all’electro, al pop, egli  fonde musiche tradizionali, sinfonie e suoni naturali, conferendo un taglio new age alle sue composizioni. Hirasawa compone la soundtrack dei bellissimi film “Paprika” e “Millennium Actress” nonchè della serie “Paranoia Agent”, lavori diretti dal precocemente scomparso e compianto regista Satoshi Kon, un vero genio dell’animazione;  egli è inoltre il compositore della colonna sonora della già introdotta serie tv Berserk: Kenpū Denki, che pur non essendo memorabile dal punto di vista realizzativo, è stata la prima trasposizione di un manga (Berserk appunto), di assoluto valore. Probabilmente la colonna sonora della serie tv Berserk, è la più importante e riuscita tra le altre: apparentemente stridente rispetto ad uno scenario medievale, perché così moderna nei suoni “digitali”, risulta dopo "i primi assaggi" soprendentemente azzeccata  e in grado di calare lo spettatore in un’atmosfera unica. Davvero indimenticabili sono i brani “Earth”, “Murder”, “Beherit” e “Gatsu” e "Forces". Con questo lavoro Hirasawa viene indissolubilmente legato a Berserk: proprio per questo egli è stato coinvolto (con grandissima gioia dei fans) nel nuovo progetto, sua è infatti la “opening” del film, dal titolo “ARIA”, riconoscibile nel trailer in circolazione sul web.

AI

Una cantante R&B e hip hop dalla voce incantevole, calda e ben riconoscibile. È un’artista giovane ma già con grande esperienza, molto famosa in Giappone, capace di toccare note altissime e dal timbro vocale potente, sviluppato durante la formazione in ambito Gospel. Ha composto la “ending theme” del primo film di Berserk, “ウツクシキモノ(A Beautiful Thing”), una ballata orecchiabile, epica e nostalgica che trasmette tutta la magnificenza di una storia indimenticabile. Il suo nuovo album “Indipendent”, in uscita a febbraio 2012, conterrà questa traccia, oltre a un duetto con i Jacksons.
Ecco qui, dunque, "A Beautiful Thing":





Shiro Sagisu

E’ il compositore della colonna sonora (soundtrack) del film. I suoi lavori sono di pregevolissima fattura, egli sa spaziare strumentalmente e attraverso vari generi, trovando le sonorità più calzanti per ciascun tipo di situazione e opera che vada musicalmente accompagnata. Sono diversi i suoi lavori, dalla colonna sonora di Kimagure Orange Road (“è quasi magia Johnny”), a “Fushigi no Umi no Nadia” (“il Mistero della pietra azzurra”), a “Bleach”. Indubbiamente le sue composizioni migliori si ritrovano in “Evangelion”, un titolo di fama internazionale e le cui musiche (spesso malinconiche e “introspettive”) hanno contribuito a trasformare in uno degli anime giapponesi più famosi di tutti i tempi. Si ascoltino, ad esempio, brani classici al pianoforte come “Instabilite”, “Robe de Champs”, “I’ll Go Loving Someone Else”;  o blues come “Hedgehog's Dilemma”; per passare a sinfonie commoventi come “Thanatos”, e ancora brani originali di base rock, o sonorità orchestrali e corali come “Angel of Doom”. Il suo sodalizio artistico con Hideaki Anno, il creatore di Evangelion e di Nadia, è molto profondo, così come il suo bagaglio musicale. Le aspettative nei suoi confronti per il nuovo film di Berserk sono altissime, si vedrà come riuscirà ad esprimersi rispetto a un genere narrativo a lui nuovo.

Il trailer del film.  

イラリーくん


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